Da “Blog Folk” – Fabio Macagnino “Candalìa”
“Candalìa” è un album profondo e curato, sia sul piano dei testi, dei racconti e delle immagini evocate, sia sul piano del suono, del timbro.
È l’esordio discografico di Fabio Macagnino, cantautore calabrese, il quale si muove nella scena musicale e, in generale, artistica, calabrese (e non solo) da diversi anni. Prodotto e magistralmente arrangiato da Paolo Del Vecchio, il disco è composto da dieci tracce e ascoltarlo dall’inizio alla fine significa proiettarsi in uno scenario estremamente libero, leggero e mai scontato, pieno di aria, soffiata in melodie vocali bellissime (“Canzuni dici”), che sospendono il tempo con piacevole naturalezza. L’orizzonte indagato da Macagnino vuole soprattutto ricondurci a strutture e costruzioni che conosciamo. Sia quando si lascia attrarre da forme più riconoscibili (“Ricominciare”), sia quando aderisce a un insieme di profili più originali, spesso compresi dentro un’indagine delle espressioni tradizionali.
Questi due poli, a ben vedere, si intrecciano con armonia, a dimostrazione di una competenza acquisita nel tempo, di una conoscenza impreziosita dalla capacità di coinvolgere tutti gli elementi in una narrativa che può solo definirsi personale, (direi) originale. Si riconoscono i riferimenti più importanti del panorama musicale italiano (“Suli”), permeato da interpretazioni sempre sciolte, che vanno diritte al sodo, al significato più importante espresso dalle parole e dalle musiche. Sul piano più strettamente musicale, non si può non notare l’utilizzo raffinatissimo delle chitarre, suonate da Paolo Del Vecchio che rappresentano l’asse portante degli arrangiamenti.“Blue Dahlia” è uno dei brani più rappresentativi di questo percorso soffuso e allo stesso tempo delimitato, ben marcato e mappato.