Relazione del Dott. Cavallini al prossimo congresso nazionale di Angiologia

Titolo Abstract TRATTAMENTI FLEBOLOGICI COMBINATI NELLE VARICI DEGLI ARTI INFERIORI ASSOCIATE A SHUNT PELVICI ED INCOMPETENZA SAFENICA SEGMENTARIA

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Introduzione: Secondo le linee guida della Società Americana di Chirurgia Vascolare e l’American Venous Forum i trattamenti termici endovascolari sono il nuovo riferimento nel trattamento degli assi safenici incontinenti. Dalla data di pubblicazione di queste linee guida, nel 2011, sempre nell’ottica della ricerca della minore invasività e della riduzione degli effetti collaterali, sono comparsi nuovi device e dispositivi medico-chirurgici che hanno ulteriomente ampliato la gamma dei possibili trattamenti endovascolari (Tabella 1), tra i quali notevole interesse e diffusione stanno avendo alcuni tra i trattamenti non termici non tumescenti. Naturalmente studi con follow-up a lungo termine ne dovranno dimostrare la non inferiorità rispetto ai termici tumescenti. Sebbene le indicazioni si siano accresciute di pari passo al miglioramento della tecnologia e all’introduzione di nuovi device (basti citare per i trattamenti termici le fibre ottiche radiali e doppie radiali o il closurefast) il trattamento endovascolare deve prevedere una serie di criteri di selezione per consentire risultati efficaci e per evitare serie complicanze. Fondamentale è lo studio ECDF venoso pre ed intraoperatorio: eccessiva dilatazione (in particolare alla crosse) o tortuosità, un vaso molto superficiale, ostruzione e/o residui trombotici sono criteri che limitano l’utilizzo di queste tecnologie ancora oggi. Oltre a questi criteri “morfologici” sono inoltre molto importanti quelli “emodinamici”; effettuare una mappa emodinamica venosa è ancora oggi necessario non solo per il corretto inquadramento diagnostico, ma anche per poter scegliere la migliore tecnologia tra le tante oggi a nostra disposizione. Se, infatti, negli shunt I, II e gran parte degli shunt III, qualsiasi tecnologia noi utilizziamo, a patto di eseguirla in modo tecnicamente corretto, potrà offrire notevoli miglioramenti clinici, negli shunt complessi (ad es. shunt IIIc, IVsp e Vsp) le cose si complicano. Pur essendo questi quadri meno frequenti, sono tuttavia di riscontro quotidiano in chi si occupa di flebologia. Per la soppressione di tutti i reflussi, nel trattamento di questi Pazienti in un’ottica ablativa, l’utilizzo di più metodiche in modalità combinata ci permette di ottimizzare i risultati mantenendo un approccio estremamente poco invasivo.

Pazienti, materiali e metodi: In questo lavoro riportiamo la nostra esperienza iniziale, presentando alcuni casi clinici trattati utilizzando il LASER (lunghezze d’onda 1470 nm e 1540 nm) e le nuove fibre ottiche ad emissione radiale, associato ad altre tecniche di complemento (sino a 4 metodiche contemporaneamente). Presenteremo inoltre alcuni casi di insufficienza venosa associata a recidive inguinali trattati con successo in maniera miniinvasiva, senza alcuna revisione di crosse, sempre mediante LASER e nuove fibre ottiche slim, associato alle altre tecniche a nostra disposizione.

Risultati: work in progress..

Conclusioni: In questo lavoro dimostreremo come la tecnologia LASER, in mani esperte, oltre all’efficacia ormai universalmente riconosciuta, sia estremamente eclettica e scevra da complicanze anche in questi casi complessi, dove difficilmente potremmo pensare all’utilizzo di tecnologie quali il clarivein o la vaporizzazione.

Titolo Abstract TRATTAMENTI FLEBOLOGICI COMBINATI NELLE VARICI DEGLI ARTI INFERIORI ASSOCIATE A SHUNT PELVICI ED INCOMPETENZA SAFENICA SEGMENTARIA

Introduzione: Secondo le linee guida della Società Americana di Chirurgia Vascolare e l’American Venous Forum i trattamenti termici endovascolari sono il nuovo riferimento nel trattamento degli assi safenici incontinenti. Dalla data di pubblicazione di queste linee guida, nel 2011, sempre nell’ottica della ricerca della minore invasività e della riduzione degli effetti collaterali, sono comparsi nuovi device e dispositivi medico-chirurgici che hanno ulteriomente ampliato la gamma dei possibili trattamenti endovascolari (Tabella 1), tra i quali notevole interesse e diffusione stanno avendo alcuni tra i trattamenti non termici non tumescenti. Naturalmente studi con follow-up a lungo termine ne dovranno dimostrare la non inferiorità rispetto ai termici tumescenti. Sebbene le indicazioni si siano accresciute di pari passo al miglioramento della tecnologia e all’introduzione di nuovi device (basti citare per i trattamenti termici le fibre ottiche radiali e doppie radiali o il closurefast) il trattamento endovascolare deve prevedere una serie di criteri di selezione per consentire risultati efficaci e per evitare serie complicanze. Fondamentale è lo studio ECDF venoso pre ed intraoperatorio: eccessiva dilatazione (in particolare alla crosse) o tortuosità, un vaso molto superficiale, ostruzione e/o residui trombotici sono criteri che limitano l’utilizzo di queste tecnologie ancora oggi. Oltre a questi criteri “morfologici” sono inoltre molto importanti quelli “emodinamici”; effettuare una mappa emodinamica venosa è ancora oggi necessario non solo per il corretto inquadramento diagnostico, ma anche per poter scegliere la migliore tecnologia tra le tante oggi a nostra disposizione. Se, infatti, negli shunt I, II e gran parte degli shunt III, qualsiasi tecnologia noi utilizziamo, a patto di eseguirla in modo tecnicamente corretto, potrà offrire notevoli miglioramenti clinici, negli shunt complessi (ad es. shunt IIIc, IVsp e Vsp) le cose si complicano. Pur essendo questi quadri meno frequenti, sono tuttavia di riscontro quotidiano in chi si occupa di flebologia. Per la soppressione di tutti i reflussi, nel trattamento di questi Pazienti in un’ottica ablativa, l’utilizzo di più metodiche in modalità combinata ci permette di ottimizzare i risultati mantenendo un approccio estremamente poco invasivo.
Pazienti, materiali e metodi: In questo lavoro riportiamo la nostra esperienza iniziale, presentando alcuni casi clinici trattati utilizzando il LASER (lunghezze d’onda 1470 nm e 1540 nm) e le nuove fibre ottiche ad emissione radiale, associato ad altre tecniche di complemento (sino a 4 metodiche contemporaneamente). Presenteremo inoltre alcuni casi di insufficienza venosa associata a recidive inguinali trattati con successo in maniera miniinvasiva, senza alcuna revisione di crosse, sempre mediante LASER e nuove fibre ottiche slim, associato alle altre tecniche a nostra disposizione.
Risultati: work in progress..
Conclusioni: In questo lavoro dimostreremo come la tecnologia LASER, in mani esperte, oltre all’efficacia ormai universalmente riconosciuta, sia estremamente eclettica e scevra da complicanze anche in questi casi complessi, dove difficilmente potremmo pensare all’utilizzo di tecnologie quali il clarivein o la vaporizzazione.

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